Cronaca

A Potenza, nuova udienza del processo sulle estrazioni petrolifere in Basilicata

Il prossimo 20 dicembre il Tribunale deciderà sulla costituzione delle parti civili

Il prossimo 20 dicembre il Tribunale di Potenza decidera’ sulla costituzione delle parti civili – circa 500 fino a questo momento, tra quelle gia’ costituite e le costituende – e sciogliera’ la riserva sulle eccezioni per le richieste di responsabilita’ civile per il processo sulle estrazioni petrolifere in Basilicata: lo ha deciso il giudice, Rosario Baglioni, nel corso dell’udienza che si e’ svolta oggi, nel capoluogo lucano. Nel processo sono imputate 47 persone e dieci societa’, tra cui l’Eni. Circa la meta’ delle parti civili sono state ammesse nel corso dell’udienza preliminare, mentre le altre si sono costituite durante la prima udienza del processo, che si e’ svolta a novembre. Due i filoni di inchiesta: il traffico illecito di rifiuti dal Cova di Viggiano all’impianto Tecnoparco di Pisticci e i lavori di realizzazione del Centro oli Tempa Rossa della Total a Corleto Perticara, nel potentino.  Inizialmente è stato aperto anche un terzo filone d’inchiesta sul progetto di stoccaggio del petrolio lucano in Sicilia, trasferito a Roma per competenza territoriale e poi archiviato. L’indagine, nel 2016, portò a sei arresti domiciliari, a 60 indagati e al sequestro di alcune vasche e di un pozzo di reiniezione del Cova, il Centro olio di Viggiano. Per quanto riguarda il traffico illecito di rifiuti, tra gli imputati figurano cinque tra dirigenti e dipendenti Eni all’epoca dei fatti e due ex dirigenti regionali. C’è anche un’accusa di omessi controlli a carico dell’Arpab, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata, che avrebbe assunto una “condotta superficiale nell’esercizio delle proprie funzioni rispetto alle procedure riguardanti il centro oli di Viggiano”: sono stati rinviati a giudizio gli ex direttori generali e due funzionari. Il filone Tempa Rossa vede invece salire al banco degli imputati l’ex sindaco di Corleto Perticara, Rosaria Vicino, accusata di corruzione per induzione a fini elettorali e concussione per aver imposto alle ditte impegnate nei lavori per il centro olio della Total l’assunzione di diverse persone in cambio delle autorizzazioni. Nelle carte dell’inchiesta portata avanti dai magistrati potentini anche il  “memoriale” scritto dall’ingegnere Gianluca Griffa, morto suicida a 38 anni nel 2013 in un bosco di Montà d’Alba (Cuneo) e che da responsabile del centro oli di Viggiano avrebbe descritto i problemi tecnici dell’impianto poi scoperti dai magistrati potentini alcuni anni dopo.

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