Sono circa 600 gli apicoltori lucani, con 20 mila alveari e una produzione media di 30 chili a famiglia (del valore stimato in tre milioni di euro annui), di cui il nove per cento per il miele biologico: in Basilicata si producono 18 varieta’ di miele sui 54 tipi italiani, di cui “sei rare, che sono la testimonianza della ricchezza della biodiversita’ esistente in Basilicata e un grande indicatore di qualita’ ambientale”. Lo ha reso noto l’assessore all’agricoltura Luca Braia, nel corso di un evento a Ripacandida lanciando poi un “appello all’emersione dell’apicoltura lucana, con doverosa partecipazione al censimento di fine novembre che consenta di fornire al Mipaaf i numeri del comparto, e di ottenere i trasferimenti nazionali previsti dal piano apistico e un richiamo ad accelerare i tempi per la costituzione del consorzio di tutela che prendera’ in carico il processo di riconoscimento dell’Igp del miele lucano”. “Il settore miele – ha concluso Braia – e’ in crescita a livello nazionale con un giro di affari pari a 150-170 milioni di euro per la vendita dei vari prodotti ottenuti dalle api. Il sommerso e’ un potenziale aspetto negativo da eliminare, la produzione del miele di Basilicata non puo’ e non deve rimanere solo un settore di nicchia che gia’ si distingue per qualita’ ma deve interessare i mercati con una caratterizzazione e una riconoscibilita’ adeguata che possa essere estesa anche agli altri prodotti dell’alveare”.