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Pandori alle “microtossine”

Avete mai pensato a cosa realmente contengano i dolci preparati in maniera industriale che  abbondano sulle tavole degli italiani a Natale? Lo avrebbe scoperto l’associazione  lucana di volontariato ambientale Cova contro  nata nel 2013, che realizza analisi ambientali, informazione, sensibilizzazione e, più in generale, contrasto alle eco-mafie. “Poche settimane fa – è scritto sul sito dell’associazione – abbiamo acquistato in un supermercato di Bolzano due pandori Maina ( lotto 773058 scadenza 30/04/18 ) perchè colpiti dal rapporto quantità – prezzo, ossia 750 grammi per 2,20 euro di prezzo cadauno, oltre ad una etichetta assolutamente vaga, come legge permette d’altronde. In base alle nostre finanze abbiamo ricercato oltre un centinaio di residui di fitofarmaci, aflatossine totali ed ocratossine e, per nostro sommo dispiacere, proprio quest’ultime, le ocratossine, erano a 0,89 mcg/kg, a fronte di un limite di legge di 3 per questo alimento, ma, c’è la fregatura nella legge. Infatti se il pandoro fosse considerato dalla UE nel regolamento sotto allegato, destinato ai bambini ( cosa che di fatto è, visto che può essere consumato anche da loro ma non specificatamente solo da loro ) il limite di legge sarebbe a 0,5 e questo prodotto non sarebbe vendibile! In tal senso invieremo alla Commissione UE e all’EFSA un nostro parere. Praticamente i bambini vengono esposti a limiti di legge in realtà tarati sugli adulti?! Quindi tutto nella norma, ma ciò non vuol dire che sia tutto tranquillo. Le ocratossine sono nefrotossiche e probabili cancerogeni, oltre che immunosoppressive e teratogene, quindi tossine prodotte da muffe che proliferano nelle derrate alimentari, soprattutto se di cattiva qualità e conservazione. Normate per legge perchè altamente dannose per l’uomo, ancora più dannose se colpiscono soggetti già deboli o vulnerabili, ed ovviamente possono essere assunte anche da altri alimenti e quindi con altri inquinanti, ma la legge non si preoccupa nè degli effetti sinergici nè della tutela specifica dei bambini. Ovviamente sulla confezione questi dati non compaiono, non esistendo obblighi sia per la tracciabilità delle farine che per la pubblicazione delle analisi in autocontrollo svolte dalle aziende, ed alla fine il consumatore mangia prodotti di “qualità” magari amalgamati a prodotti/ingredienti scadenti, carichi di inquinanti, ed alla fine la diluizione rende il prodotto vendibile si, ma non certo salubre e di vera qualità” . L’analisi del prodotto Maina è stata finanziata nell’ambito del progetto GAS – Gruppo di Analisi Solidali, mettendo insieme un ristretto gruppo di consumatori interessati alle prove del prodotto, che hanno contribuito economicamente al pagamento della stessa. Una sorta di crowdfounding molto innovativo che poi prevede la pubblicazione sul giornale on line Punto eBasta.

fonte: http://analizebasilicata.altervista.org/blog/ocratossine-nel-pandoro-maina/

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