Cronaca

Mafia: omicidio di Montescaglioso, un fermo. “Guerra per traffici”

Un 56enne fermato per l’omicidio di Antonio Grieco, ucciso a Montescaglioso (Matera) lo scorso 27 maggio. La Dda ha emesso un fermo del pm nei confronti di Giuseppe D’Elia, accusato di omicidio aggravato e porto illegale d’arma da fuoco. Oggi l’udienza di convalida da parte del gip di Potenza. Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, sono state condotte dalle Squadre mobili di Matera e Potenza. Secondo quanto emerso, la vittima, attirata in un bosco nei pressi di Montescaglioso, e’ stato raggiunto da colpi d’arma da fuoco esplosi a distanza ravvicinata, con il colpo di grazia alla nuca; successivamente il corpo e’ stato trascinato e fatto rotolare per oltre 40 metri in un dirupo. L’omicida si era allontanato con la vettura della vittima ritrovata a Ferrandina. Il delitto, “eseguito con
modalita’ tipicamente mafiose”, sottolinea il procuratore Francesco Curcio, “deve inquadrarsi in un piu’ ampio e articolato contesto di criminalita’ organizzata e di contrasto fra i gruppi contrapposti impegnati nel traffico di droga e armi” .  D’Elia si era reso irreperibile, ma a seguito delle ricerche della polizia e’ stato localizzato in provincia di Potenza, a Rionero di Volture, dove, insieme alla moglie, aveva trovato rifugio presso l’abitazione di Raffaella Asquino, 42 anni, arrestata per favoreggiamento personale: e’
la moglie di Donato Prota, attualmente detenuto, affiliato al clan Delli Gatti-Di Duro di Melfi, condannato in appello per l’omicidio di Bruno Augusto Cassotta. D’Elia, gia’ esponente dello storico clan Zito-D’Elia di Montescaglioso (contrapposto a quello capeggiato da Alessandro
Bozza, espressione lucana della cosca Modeo di Taranto), ha aderito alla fine degli anni 90 al nascente progetto criminale dei “basilischi”, diventando riferimento territoriale della cellula attiva nella zona di Bernalda-Montescaglioso. In questo contesto e’ entrato in contatto con esponenti
potentini della criminalita’ organizzata, compresi quelli operanti nella zona del vulture-melfese, verosimilmente grazie anche alla detenzione nel carcere di Melfi. Dopo un lungo periodo di detenzione, nel giugno del 2018 e’ stato affidato ai servizi sociali, ma dalle indagini svolte, e’ emerso che si era piuttosto reinserito nel mercato della droga e del traffico di armi, imponendosi nel territorio di Montescaglioso e nei comuni limitrofi, come riferimento e raccordo con altre realta’ criminali. 

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