Il prossimo 13 aprile “Sinergie Lucane” organizza a Potenza presso il museo nazionale Adamesteanu un evento per sensibilizzare la comunità sulla violenza sulle donne e il femminicidio. Evento a cui – fa sapere la stessa associazione – parteciperanno numerose istituzioni e in cui sarà proposto, tra le altre cose, il cortometraggio patrocinato e prodotto dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli e dal Centro Dafne Codice Rosa dal titolo: “Amore, ma se mi uccidi, poi chi picchi?”. Un titolo che, però, sta facendo discutere in città. Sulla vicenda è intervenuta la consigliera di parita’ effettiva della Regione Basilicata, Ivana Pipponzi, e la consigliera supplente, Luisa Rubino, che ne hanno chiesto “l’immediata rimozione” Pipponzi e Rubino hanno riconosciuto che “la finalita’ e’ nobile”, trattandosi di “un evento di sensibilizzazione e riflessione sulla violenza di genere”, ma “la modalita’ e’ in contrasto, oltre che col buonsenso ed il buongusto, anche con il doveroso rispetto della dignita’ femminile”. Nella richiesta al sindaco di far rimuovere il manifesto, la consigliera di parita’ ha spiegato che contiene “rappresentazioni inidonee a superare stereotipi e pregiudizi che incitano, invece, ad aggiungere atti di violenza sulle donne”. “Appoggio pieno” alla richiesta di Pipponzi e’ giunto dall’associazione “Telefono donna”, che ha chiesto alle istituzioni e agli enti che hanno patrocinato il convegno di “dissociarsi da tale comunicazione”.
La replica di “Sinergie Lucane”
“L’intento del manifesto è di essere d’impatto e centrare il problema alla base della personalità distorta e ambivalente dell’uomo – spiega in una nota la presidente di ‘Sinergie Lucane’, Paola Faggiano – che esercita violenza sulla stessa persona che dichiara di amare. Lo fa con un ossimoro ma soprattutto attraverso una domanda che inchioda il carnefice di fronte a questo meccanismo malato. Io credo che si debba guardare oltre e riflettere ed è questo che si voleva con un titolo così forte ma che ha nel suo stesso sottotitolo la spiegazione. Del resto – continua la Faggiano – è stato usato e bene in Campania, sposato dalle stesse istituzioni e non mi pare ci sia stata alcuna polemica se non i complimenti per l’efficacia, se pur forte, del messaggio. Io credo che anche chi polemizza sulla diversità di comunicazione, uno un cortometraggio, l’altro un manifesto, non si è fermato a capire e a leggere anche il sottotitolo che come fa il cortometraggio spiega il paradosso creato nel titolo. Il nostro scopo – conclude la presidente di Sinergie Lucane – che già abbiamo trattato l’argomento e ne conosciamo la delicatezza, è quello di alzare il livello della riflessione con una comunicazione forte perché non esiste un linguaggio di genere per affrontare un fenomeno psichiatrico e sociale come il femminicidio ma piuttosto esiste un obiettivo: dis-velare una verità profonda e dolorosa, alle volte l’istinto di morte e l’istinto d’amore coesistono, e con questo linguaggio che è stato impiegato, provocatorio e di rottura, vogliamo dare una forte spinta alla battaglia di tutta la comunità per provare a risolvere questo grave crimine”.