Accusate di far parte di un’associazione per delinquere “dedita ad un frenetico traffico di sostanze stupefacenti” con base a Venosa , 12 persone sono state arrestate stamani dai Carabinieri (tre sono in carcere e nove ai domiciliari con il braccialetto elettronico). I militari hanno notificato anche dieci divieti di dimora a Venosa, emessi dal gip presso il Tribunale di Potenza. Il clan – secondo l’accusa – trafficava in cocaina, eroina, hascisc e marijuana, sostanze acquistate in provincia di Foggia e spacciate nel Potentino. I Carabinieri hanno sottolineato i “criteri tipicamente ‘imprenditoriali’ di programmazione e gestione dell’illecita intermediazione degli stupefacenti”, in particolare nella ripartizione dei proventi dello spaccio, nella diversificazione dei ruoli nell’organizzazione, nella determinazione dei prezzi e nelle condizioni per “allungare” i pagamenti. L’inchiesta denominata “Turn over” ha portato alla luce “una allarmante sinergia fra la criminalita’ organizzata lucana e quella operante nel limitrofo circondario foggiano”. E’ quanto pensa la Procura della Repubblica di Potenza, che ha coordinato le indagini dei Carabinieri. Gli investigatori hanno accertato almeno altri tre aspetti. Il primo, che “desta particolare allarme sociale”, riguarda “diversi episodi di spaccio che avvenivano in prossimita’ di luoghi di aggregazione giovanile”; il secondo si riferisce al fatto che alcuni degli arrestati – e “associati” al clan – sono “poco piu’ che ventenni che, grazie all”expertise’ delinquenziale trasmesso dal vertice dell’associazione, manifestano gia’ una caratura criminale di rilievo ed un crescente ruolo nell’attivita’ di spaccio”. Infine, terzo aspetto, “e’ emerso purtroppo l’impiego, in talune attivita’ illecite, anche di tre soggetti minorenni”. Dal punto di vista dell’impiego di giovani poco piu’ che ventenni, “le indagini hanno disvelato un graduale ‘ricambio’ dei circuiti dello stupefacente nel territorio venosino e l’allarmante compresenza di ‘veterani’ e di figure ‘emergenti’, che ha reso necessario un tempestivo intervento cautelare”.
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