Cronaca

Falsi contratti per pakistani, arresto per sei in Basilicata

L'inchiesta della Procura di Potenza è stata condotta in collaborazione con la Digos di  Matera

Falsi contratti di lavoro  stagionale in agricoltura, in Basilicata, utilizzati come  “cavallo di Troia” per far ottenere a immigrati pakistani i  visti d’ingresso in Italia – considerata da due “clan” della  provincia del Punjab come un Paese in cui “e’ facile farla  franca” – ed eludere le procedure di identificazione,  permettendo cosi’ ai migranti di potersi muovere liberamente,  anche in altre nazioni europee: il meccanismo e’ stato scoperto  dalla Procura di Potenza, in collaborazione con la Digos di  Matera, nel corso dell’inchiesta “Red zone”, che ha portato a  119 indagati e a undici misure cautelari, di cui cinque in  carcere.   Le indagini hanno  riguardato un periodo compreso tra il 2012 e il 2014: alcuni  arresti non sono stati ancora eseguiti (tra cui quelli a carico  di due pakistani considerati i vertici dell’organizzazione). Ai domiciliari si trova un lucano, ma sono stati notificati tre  obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria e due divieti  di esercizio dell’attivita’ imprenditoriale per altri due lucani.  In Pakistan agivano due “potenti famiglie” impegnate in  politica e nelle frequenti guerre tra clan, che ottenevano fondi  proprio dalla “rotta” con l’Italia: i migranti (200 i casi finora accertati) arrivavano con un visto rilasciato in  Pakistan, basato su un contratto stagionale falso nell’area del  Metapontino. Tutti registravano il visto d’ingresso in questura  ma pochi regolarizzavano la procedura con l’identificazione:  questo permetteva loro comunque di spostarsi liberamente  sfruttando una “falla” del sistema e i ritardi dovuti alla mole  di richieste nelle Questure italiane. Il “costo” dell’intero   meccanismo era di circa 12 mila euro a persona (una parte andava  agli imprenditori agricoli per i falsi contratti, che ottenevano  cosi’ anche agevolazioni fiscali). Dalle indagini non e’ emerso  alcun caso di collegamento con le organizzazioni terroristiche,  o di “reclutamento”.

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