Per evitare che continui lo scarico nel mare Jonio di acqua contaminata proveniente dall’impianto nucleare Itrec di Rotondella (Matera), la Procura della Repubblica di Potenza ha fatto eseguire stamani il sequestro di tre vasche di raccolta delle acque di falda e della condotta di scarico. I reati ipotizzati nell’inchiesta sono: inquinamento ambientale, falsità ideologica, smaltimento illecito di rifiuti e traffico illecito di rifiuti. Ma lo smantellamento del sito potrà proseguire. L’impianto di Rotondella è gestito dalla Sogin e il sequestro riguarda anche l’impianto “ex Magnox”, che si trova nella stessa area. Le indagini sono cominciate dal “grave stato di inquinamento ambientale causato da sostanze chimiche” – cromo esavalente e tricloroetilene, che sono cancerogene – in cui si trova la falda acquifera sottostante il sito nucleare. Le sostanze sono usate per il riprocessamento di barre di uranio-torio. Secondo i risultati dell’inchiesta, l’acqua contaminata “non veniva in alcun modo trattata”: attraverso una condotta, “dopo aver percorso alcuni chilometri, si immettevano direttamente nel mare Jonio”. Di conseguenza, “in via d’urgenza” la Procura distrettuale di Potenza ha disposto il sequestro, eseguito dai Carabinieri del Noe. Lo smantellamento dell’Itrec “obblighera’” comunque “i responsabili dei siti – sotto la diretta vigilanza della Procura della Repubblica di Potenza – ad adottare le indispensabili misure a tutela dell’ambiente e della salute pubbliche che fino ad oggi non erano state prese”.
Per l’ex parlamentare Cosimo Latronico (Noi con l’Italia) ” è necessario fare subito chiarezza”
“Le decisioni della Procura di potenza di sequestrare le vasche e la condotta dell’impianto Itrec di Rotondella per un presunto rischio di inquinamento radioattivo del mare, al di là delle procedure giudiziarie, non possono restare senza conseguenze. Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, deve immediatamente convocare le autorità preposte al monitoraggio ed al controllo ambientale, che sarebbero clamorosamente smentite dal rapporto dell’autorità giudiziaria, che sta provocando un allarme nazionale per l’impatto che le attività hanno su un distretto turistico di rilevanza nazionale. Tra le due l’una: o le autorità pubbliche hanno omesso di svolgere il loro ruolo ( ci riferiamo all’Apab, all’Ispra, Regione e Sogin etc) fornendo sistematica assicurazione sulla qualità delle acque e dell’ ambiente attorno al centro di Trisaia, oppure siamo di fronte ad un fronte di notizie il cui contenuto va subito chiarito. In presenza di impianti sensibili come quello nucleare le popolazioni ed i tanti turisti che si apprestano a prenotare le loro vacanze hanno il diritto di conoscere la verità fino in fondo”.




