I rappresentanti della joint venture del giacimento petrolifero Tempa Rossa hanno firmato oggi pomeriggio col Comune di Taranto l’accordo che sblocca definitivamente le opere logistiche collegate ai pozzi (che sono in Basilicata) e prevede altresi’ interventi a favore dello sviluppo di Taranto. L’accordo arriva dopo che la presidenza del Consiglio, nei mesi scorsi, ha chiuso l’iter istruttorio sulla parte di Tempa Rossa che attiene la raffineria Eni di Taranto e il rilascio, da parte del Mise lo scorso mese, dell’autorizzazione unica. La firma e’ stata apposta dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dai rappresentanti della joint venture – per Total l’amministratore delegato Total E&P Italia, Francois Rafin, per Shell l’amministratore delegato di Shell Italia Marco Brun e per Mitsui dal General manager Italia di Mitsui Motohiko Aburaki – e dal direttore industriale Refining & Marketing di Eni, Bernardo Casa. Shell e Mitsui, insieme a Total, che ha un ruolo maggioritario, formano la joint di Tempa Rossa. Eni e’ invece il partner logistico dell’investimento e mette a disposizione il suo impianto di Taranto. I lavori del progetto Tempa Rossa per la parte tarantina consistono in due serbatoi di stoccaggio da 180mila metri cubi e l’estensione di 515 metri del pontile petroli della raffineria. Il greggio verra’ estratto e trattato (a regime 50.000 barili al giorno) nel Centro Olio Tempa rossa di Corleto Perticara (Potenza) e poi inviato alla raffineria di Taranto, mediante il gia’ esistente oleodotto Val d’Agri-Taranto, per lo stoccaggio e la spedizione via mare attraverso le navi petroliere. Il progetto, inserito nelle opere strategiche previste nel comparto energetico nel Sud Italia perche’ consentira’ di aumentare di circa il 40% la produzione nazionale di greggio, fu approvato dal Cipe per un investimento di 1,6 miliardi di euro, di cui 1,3 in Basilicata e 300 milioni in Puglia. L’iter e’ stato abbastanza complesso, anche per l’avversione degli ambientalisti e l’opposizione iniziale di Comune di Taranto (con la vecchia amministrazione Stefa’no) e Regione Puglia. In seguito e’ arrivata l’autorizzazione unica da parte del Consiglio dei ministri su proposta del Mise
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