“Non è affatto finita. Siamo ancora in guerra, stiamo attenti”. E’ l’accorato appello “dalla prima linea” quello di Francesco Romito, direttore dell’Unità operativa semplice dipartimentale terapia intensiva generale dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera. “È passato più di un anno dall’inizio della pandemia e di fatto non è cambiato molto… Crediamo di essere diversi, crediamo di essere furbi, crediamo di riuscire a farla franca (da buoni italiani), crediamo di essere forti, e invece il malefico Rna appare all’improvviso e basta un attimo di distrazione per trovarsi con la febbre la tosse e il mal di gola… E a pensare “questi sbalzi di temperatura mi hanno fregato… Mi sono raffreddato… Prendo una cosa effervescente e mi passa” e poi magari sfebbrati al mattino dopo andare a lavoro salvo poi vedere la febbre risali- re…. E dopo due giorni così inizia a farsi strada l’incubo sotto forma di sottile Rna… “Ma no! Sono stato attento, ho preso tutte le precauzioni”… E invece fino al 118 al pronto soccorso… Tampone positivo!!! E qui iniziano disperazione e paura… Ricovero… Infettivi… Ossigeno… “non riesco a dire tutto il mio nome e cogno- me senza prendere fiato”… Ventilazione non invasiva… E infine… Terapia intensiva…”Poi il racconto di Romito si fa ancora più intimo: “E mentre un medico, un infermiere, entrambi bardati, di cui conosci solo gli sguardi e a stento il tono della voce, ti iniziano a trattare, i tuoi occhi pieni di lacrime e iniziano a parlare forte men- tre all’unisono sommessamente con quel fiato di voce: “Salvatemi!”. E che tu sia infermiere, medico, operatore sanitario o paziente sei e sarai sempre la migliore persona del mondo per qualcuno e sei qualcuno per cui vale la pena continuare a lottare… Scusate lo sfogo ma invito tutti a stare attenti”.
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