Chiusa l’inchiesta della magistratura sul dissesto al Comune di Potenza. Due le persone agli arresti domiciliari e sei i divieti di dimora – uno anche nei confronti dell’ex presidente del consiglio regionale della Basilicata, Francesco Mollica (Udc). Sono stati eseguiti oggi, a Potenza, nell’ambito delle indagini per truffa aggravata ai danni del Comune, turbativa d’asta, turbata liberta’ del procedimento di scelta del contraente, corruzione, falso in atto pubblico, bancarotta fraudolenta. Gli arrestati sono un funzionario del Comune, Mario Giugliano, e l’imprenditore Nicola Auletta. Divieto di dimora anche per Carlo Costa, dirigente della Fit-Cisl. Le indagini hanno riguardato il dissesto finanziario del Comune, risalente alla precedente giunta, che si sono intrecciate con l’affidamento del servizio di trasporto pubblico al Consorzio Cotrab. In pratica, Giugliano e Auletta – secondo l’accusa – hanno agito per agevolare alcune societa’. Nell’affidamento del trasporto pubblico al Cotrab, Mollica procuro’ a un imprenditore documenti che non poteva ottenere.In totale, nell’inchiesta condotta dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza gli indagati sono 17, compresi esponenti della passata giunta comunale del capoluogo. Al centro del primo filone dell’inchiesta – quello riguardante il dissesto al Comune di Potenza – vi e’ una cooperativa, “favorita” da Giugliano, che percepiva “importi molto maggiori rispetto a quelli realmente spettanti a fronte delle prestazioni effettivamente rese”. La ditta e’ stata oggetto di una “rigorosa ricognizione economico-contabile” che ha fatto emergere “un danno economico complessivo alle casse del Comune di Potenza di milioni di euro” e che e’ stata quantificato, “limitatamente ai delitti contestati e non prescritti, a quasi 500 mila euro”. La societa’ fu remunerata anche “del prezzo di un robot per pulizia piscine che, invece, veniva di fatto ceduto a Giugliano per scopi personali”. Una societa’ dell’imprenditore Auletta, invece, sarebbe stata agevolata “illecitamente nel conseguire l’affidamento del servizio di gestione degli impianti tecnologici presso il Palazzo di giustizia di Potenza, attraverso il passaggio illecito e preferenziale di informazioni rilevanti ai fini dell’aggiudicazione dell’affidamento”. Due tecnici della societa’, grazie a Giugliano, ispezionarono alcuni locali del Palazzo di giustizia “spacciandosi per tecnici del Comune” e cosi’ facilitarono la “Facility”, di cui Auletta era amministratore, “nella formulazione dell’offerta economica e tecnica”. Gli investigatori hanno stabilito nell’inchiesta “un credito complessivo per l’erario di nove milioni di euro sottratti all’imposizione fiscale”.
Per quanto riguarda il “filone Cotrab”, fu agevolato il presidente del consiglio di amministrazione, Giulio Ferrara (per lui il gip ha deciso il divieto di dimora), che aveva uno “stretto legame” con Costa. Obiettivi erano conservare
l’affidamento del servizio di trasporto pubblico a Potenza al Cotrab (dal 2006 al 2015) e “gestire lo specifico settore, in modo da avere il controllo complessivo sul sistema del trasporto pubblico su gomma. Anche a fini clientelari e per avere un bacino di elettori disponibili”, ha spiegato la Procura della Repubblica. “Referente politico di fiducia” di Ferrara e Costa era Mollica, che avrebbe procurato al primo documenti per mettere il Cotrab “in condizione di assumere, prima ancora della pubblicazione del bando di gara, dati utili alla formulazione
della propria offerta economica”.
Le prime reazioni
“Con incredulita’ ma con la trasparenza e l’immediatezza che ha sempre caratterizzato il mio impegno politico e istituzionale, riconfermando la fiducia nella magistratura, nella tranquillita’ della mia coscienza e del mio
operato, confido nella possibilita’ di risolvere, nei tempi di giustizia, questa vicenda giudiziaria”. Lo ha precisato, in una nota, il consigliere regionale della Basilicata Francesco Mollica (Udc). Essa – ha aggiunto – “pone un limite momentaneo di territorio e di opportunita’ alla mia consueta attivita’ a favore della comunita’ potentina, a causa dell’applicazione della misura del divieto di dimora che oggi mi e’ stata notificata”. Sulla vicenda è intervenuto anche l’attuale presidnete del Consiglio regionale, Vito Santarsiero, ex sindaco di Potenza. “Dopo oltre tre anni di indagini finalmente si e’ arrivati a conclusione, e’ emersa ancora una volta la mia totale estraneita’ e la totale mancanza di contestazioni rispetto alle accuse correlate al dissesto della citta’ di Potenza, nonche’ rispetto alle accuse su atti amministrativi che ho seguito nella mia carica di sindaco”. Santarsiero ha poi evidenziato che “quella caccia alle streghe si e’ risolta senza alcuna contestazione, cosi’ come avvenuto con la Corte dei Conti. Ho assoluta fiducia nella magistratura – ha concluso Santarsiero – anche rispetto ad una contestazione residuale che avro’ modo di chiarire in ogni aspetto. Ho la coscienza tranquilla, non ho mai interferito in nessuna gara, tanto meno in quella di Trotta”.